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Errata diagnosi e trattamento
di appendicite

L'appendicite è una malattia infiammatoria a carico di un piccolo diverticolo, chiamato appendice vermiforme, che diparte dal tratto iniziale dell'intestino crasso.

Questo esile prolungamento intestinale, lungo circa dieci centimetri per un diametro medio di 6 mm, non sembra avere alcuna funzione nell'uomo; nonostante ciò, quando viene colpita da un processo infiammatorio, l'appendice può mettere a repentaglio la salute dell'intero organismo, come ben sapranno tutti coloro che hanno dovuto farsela asportare con carattere d'urgenza.

Sebbene l’intervento di appendicectomia sia una procedura di routine, praticato di frequente, possono accadere molte complicanze in caso avvenga un errore durante la procedura chirurgica o in caso i sintomi dell’appendicite non vengano riconosciuti in tempo. Nonostante l’appendice sia un organo relativamente piccolo e non abbia alcuna funzione particolare, può diventare molto pericoloso qualora si infetti.

L’infezione dell’appendice è una delle patologie più comunemente associate ad errori diagnostici nelle sale di pronto soccorso. Ciò avviene soprattutto nei neonati, bambini e giovani adulti che mostrano i sintomi di appendicite. Dato che tali sintomi non sono facili da identificare e possono coincidere con molte altre condizioni patologiche, risulta difficile per il medico riconoscere l'appendicite. Molte volte vengono considerate altre cause potenziali prima che il medico decida di eseguire l'appendicectomia.

Trattamento dell'appendicite

L’appendicite, in prima istanza, viene trattata mediante la somministrazione di antibiotici. Nonostante ciò, la quasi totalità dei casi richiede necessita di rimozione dell'appendicite con procedura chirurgica. La procedura di appendicectomia viene eseguita normalmente in via laparoscopica. Metodi chirurgici più datati includono la laparotomia, in cui viene rimossa l’appendice mediante un'unica incisione.

RISCHI DI MALASANITA' DURANTE LA PROCEDURA DI APPENDICECTOMIA

I rischi connessi all’appendicectomia comprendono la mancata diagnosi, il rischio di infezione dopo la procedura, le reazioni avverse all’anestesia, l'emorragia durante e dopo la procedura e il rischio di perforazione di organi interni.

RITARDO NELLA DIAGNOSI DI APPENDICITE

Probabilmente, il più grande rischio connesso all'intervento di appendicectomia o all'appendicite è proprio il ritardo nella diagnosi. Infatti, se viene ritardato il trattamento le condizioni del paziente possono peggiorare rapidamente a causa di ascessi o perforazioni di organi. Inoltre il ritardo nella diagnosi può comportare la rottura dell’appendice e conseguenti infezioni di grado severo.

In questi casi è probabile che vi sia una responsabilità del sanitario per il mancato riconoscimento precoce dei sintomi o dall'incapacità di gestire la situazione, eseguendo terapie sbagliate, tardive, inefficaci o, comunque, non tempestive.

Un errore nella mancata o ritardata diagnosi potrebbe portare nei casi più gravi, al decesso del paziente.

In questo caso anche i familiari della vittima di malasanità, potrebbero avere diritto al risarcimento e cioè il marito (convivente more uxorio o il partner convivente), i genitori, il figlio o la figlia, i fratelli o le sorelle e gli eredi.

Il medico legale, coadiuvato da un medico specialista e affiancato dal legale, può capire se vi siano stati errori e verificare se vi sia responsabilità del medico o dell’Ospedale.

Essenziale in questa fase sarà lo studio della documentazione medica, tra cui cartella clinica, esami e consenso informato che dovranno essere richiesti alla struttura.

DIAGNOSI DI APPENDICITE 

I sintomi dell’appendicite spesso mimano I sintomi di altre patologie addominali gravi, motivo per il quale il curante non sempre si indirizza verso una giusta diagnosi. Inoltre, non esistono dei test appositi per diagnosticarla. Cosi che la diagnosi di appendicite viene fatta per esclusione.

I sintomi classici comprendono: mancanza di appetito, dolore in fascia ombelicale, nausea, dolore nel quadrande addominale inferiore destro, il vomito avviene nel 50% dei casi. A complicare ulteriormente la diagnosi è stato statisticamente provato che solo il 5% dei dolori addominali è causato da appendicite.

COMPLICANZE

La perforazione è la prima complicanza associata con appendicite. L’incidenza varia dal 16 al 40%. La malattia ha una prevalenza maggiore sia nella fascia di età giovane (40-57%) che in quella anziana (50+), con un range di incidenza tra il 40-57%. L’aumento di incidenza nella fascia di età più giovane come in quella anziana è probabilmente dovuto ad un ritardo nella diagnosi della patologia.

CASI DI ERRORE NELLA DIAGNOSI

Spesso il fallimento della diagnosi di appendicite comprende i casi che si presentano con sintomi atipici, oppure è dovuto ad errori correlati ad un errato procedimento diagnostico come la mancata esecuzione di esplorazione rettale, il trattamento con antidolorifici che maschera il sintomo del dolore addominale e il confondere la patologia con una gastroenterite, inoltre anche un inadeguato follow-up che dovrebbe essere dalle 12 alle 24 ore. Se l’appendice non viene trattata adeguatamente possono succedere gravi complicanze come perforazione, sepsi e morte.

La mancanza di una corretta diagnosi di appendicite è molto comune nei bambini che si presentano con dolore addominale, si stima avvenga con una percentuale del 28-57% in bambini dai 2-12 anni. Nei neonati la diagnosi sbagliata avviene circa nel 100% dei casi. La percentuale di incidenza di appendicite è 25 su 10.000 persone all’anno ( età compresa tra I 10 e I 17 anni), 1-2 su 10.000 ( bambini al di sotto dei 4 anni ) e 1.1 su 1000 in tutte le fasce d’età. 250,000 sono i casi registrati in Europa ogni anno.

La percentuale di rischio di contrarre l'appendicite per ogni individuo è approssimativamente 6-9% più alta negli uomini che nelle donne. Si registra inoltre un più alto tasso di mortalità negli uomini (1.9%) che nelle donne (0.7%).

Una ricerca scientifica pubblicata all’inizio dell’anno sull American Journal of Surgery, dove si analizzavano dati raccolti dal 1998 al 2007 negli U.S.A. ha rivelato che la percentuale di appendicectomie negative è diminuita negli anni. Dopo aver rivisitato 475,651 casi di appendicectomie si è visto che 56,252 erano negative, con una percentuale del 11.8% relativa ad una cattiva diagnosi. Nel 1997 la percentuale di diagnosi sbagliate era del 14.7% mentre nel 2007 scendeva all'8.5%.

Si definiscono appendicectomie negative quelle appendicectomie in cui, dopo la rimozione dell’appendice, viene riscontrato che il paziente non aveva appendicite. Inoltre lo studio ha rivelato che il 71.6% delle appendicectomie negative avveniva nelle donne contro il 28.4% degli uomini. Si crede che la percentuale più alta di appendicectomie nelle donne è correlata ad una errata diagnosi dovuta alla confusione dell’appendicite con normali sintomi ginecologici.

Nelle donne con più di 45 anni la patologia che piu di frequente viene confusa per appendicite è la patologia maligna dell’ovaio. Nelle giovani donne invece sono le cisti ovariche. Al contrario, la diverticolite del colon è la patologia più frequentemente confusa per appendicite negli uomini.

È possible che una permanenza ridotta in pronto soccorso e la carenza di procedure diagnostiche, test di laboratorio e di diagnostica per immagini siano concausa della scorretta diagnosi di appendicite.

La TAC è diventata il gold standard nella valutazione precoce di appendicite. Uno studio ha dimostrato che le diagnosi mediante TAC e altre tecnologie più avanzate hanno portato ad un decremento delle appendicectomie negative nelle donne sotto i 45 anni. Tuttavia, non esiste una correlazione tra l’impiego di tc e la percentuale di appendicectomie nelle donne sopra i 45 e negli uomini.

La non corretta e tempestiva diagnosi di appendicite presenta rischi di gravi complicazioni e costi sia per il paziente che per il sistema sanitario. Fortunatamente l’errore nella diagnosi di appendicite sta diminuendo in Italia ma è ancora presente e non esiste nessun test diagnostico per poter escludere con certezza l’eventualità di un appendicectomia negativa.

PROVA DEL NESSO DI CAUSALITA'

Al fine di ottenere il risarcimento del danno il paziente deve provare di aver subito un danno e che lo stesso possa essere stato causato da un comportamento errore medico, come un'errata diagnosi di appendicite, una errata procedura di appendicectomia o un errore accorso durante la procedura chirurgica di rimozione di appendice. Al fine illustrare con precisione il nesso di causalità tra condotta medica e danno e mettere in evidenza gli atti di negligenza, imprudenza o imperizia dei sanitari, è necessario far redigere una relazione medico-legale ad un esperto nel settore che non risenta di “interferenze ambientali” e quindi non abbia il timore di porsi contro i medici che hanno commesso l'errore.

Se Tu o un Tuo familiare ritenete di essere vittima di un danno ginecologico o da parto, contattate lo Studio Legale COVA per sapere se avete diritto a un risarcimento dei danni che avete subito compilando il modulo a fianco, raccontando cosa è accaduto e descrivendo le Vostre perplessità in proposito.

Indicate anche nome, cognome, data di nascita e numero di telefono, per un immediato contatto.

Oppure prenotate una videoconferenza con l'Avv. Andrea Cova scrivendo al nr. WhatsApp 338.1209218.

Lo Studio Legale COVA è specializzato in risarcimento danni da errore medico e da responsabilità sanitaria e Vi assiste in tutta Italia.