Medico e Asl pagano se è «più probabile che non» che l’intervento sia fallito per scarsa diligenza Cass- civ. 3 sez. 18.07.2022 n. 22532

Inutile in sede di legittimità dedurre il mero dissenso scientifico rispetto alla Ctu e non un vizio logico nel ragionamento. Pari responsabilità all’aiuto: nel lavoro d’équipe ci si controlla a vicenda 

Medici e struttura sanitaria sono condannati a risarcire il paziente perché, in assenza di un’altra spiegazione plausibile, risulta «più probabile che non» che l’intervento sia fallito perché non eseguito secondo i canoni di diligenza richiesti. E ciò benché la Ctu disposta in appello disattenda in pieno le conclusioni dei consulenti incaricati nel grado precedente, che avevano portato il primo giudice a esonerare i convenuti da responsabilità: in sede di legittimità, infatti, non si può allegare un mero dissenso scientifico rispetto alle conclusioni del consulente tecnico. All’aiuto va una responsabilità pari a quella del chirurgo: nel lavoro d’équipe ci si controlla a vicenda. È quanto emerge da una sentenza pubblicata il 18 luglio 2022 dalla terza sezione civile della Cassazione.