Avv. Andrea Cova - info@studiolegalecova.com
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Errori in implantologia
L’impianto dentale è un dispositivo protesico fisso, utilizzato per la copertura dello spazio lasciato libero da uno o più denti mancanti o estratti. Lo scopo è quello di ripristinare una corretta funzione masticatoria e la migliore estetica possibile.
Le parti che costituiscono gli impianti dentali sono sostanzialmente tre: la vite endossea, l'abutment e la protesi dentaria.
La vite endossea, dovendo sostituire la radice di un dente vero, deve inserirsi nel tessuto osseo mandibolare o mascellare.
L'abutment è l'elemento di raccordo tra la vite endossea e la protesi dentaria ed è detto anche componente transmucosa, perché è in stretto rapporto con la mucosa gengivale.
Infine, la protesi dentaria è ciò che prende il posto dei denti mancanti che, quindi, è una dentatura artificiale.
Il materiale d'elezione degli impianti dentali è il titanio nella sua forma pura; negli ultimi tempi, tuttavia, di sta diffondendo l'utilizzo di impianti dentali in zirconia.
Se gestito nella maniera adeguata, un impianto dentale ben installato può durare tranquillamente 10-15 anni.
L'installazione di un impianto dentale è un intervento chirurgico a tutti gli effetti, che prevede generalmente l'anestesia locale e una modesta sedazione e, come in ogni intervento chirurgico, è presente un certo rischio di complicanze.
A tutti gli effetti, il posizionamento di un impianto costituisce un intervento di tipo chirurgico ed è, quindi necessario che il paziente sia consapevole dei vantaggi, ma anche dei rischi che tale terapia comporterebbe nel suo caso. Egli deve inoltre conoscere e valutare le opzioni alternative per risolvere il suo problema, tenendo inconsiderazione anche i risvolti economici.
Per far sì che l’intervento implantologico abbia successo, è quindi necessario eseguire una corretta diagnosi, tramite l'utilizzo diesami strumentali; la diagnosi deve tenere conto della situazione della bocca del paziente e delle sue condizioni generali di salute.
Sulla base di questa, deve essere programmata la terapia più opportuna e le alternative possibili.
Per questo motivo è necessario che prima dell’intervento venga sottoscritto idoneo consenso informato
La gestione corretta di un impianto dentale ben realizzato fa sì che la prognosi sia assolutamente favorevole, con una durata molto prolungata nel tempo.
Talvolta, tuttavia, si verificano fallimenti precoci dovuti a:
· dolori
· perdita di sensibilità
· sanguinamento ricorrente
· ristagno di cibo
· difficoltà masticatorie
· inestetismi inaccettabili
· mobilità dei denti
· perdita dei denti.
Tra le principali cause di fallimento vi sono:
· integrazione non adeguata degli impianti nell’osso
· protesi non adeguata
· cattiva manutenzione.
Una parte di questi fallimenti può essere ricondotta alla responsabilità dell'operatore, che non ha eseguito correttamente la riabilitazione implanto-protesica e per verificarlo è necessaria la valutazione specialistica da parte di un bravo Odontologo Forense.
Se l'impianto è eseguito male, incombe sul dentista la prova dell'assenza del nesso causale.
In tema di responsabilità contrattuale della struttura sanitaria e di responsabilità professionale del medico, infatti, ai fini del riparto dell'onere probatorio, l'attore, paziente danneggiato, deve limitarsi a provare l'esistenza del contratto e l'insorgenza o l'aggravamento della patologia ed allegare l'inadempimento del debitore, astrattamente idoneo a provocare il danno lamentato, rimanendo a carico del debitore dimostrare o che tale inadempimento non vi è stato ovvero che, pur esistendo, esso non è stato eziologicamente rilevante.
Conseguentemente, nei giudizi di risarcimento del danno da responsabilità medica, è onere del paziente dimostrare l'esistenza del nesso causale, provando che la condotta del sanitario è stata, secondo il criterio del «più probabile che non», causa del danno.
Per effetto del nuovo inquadramento giuridico di cui alla legge Gelli-Bianco, sul paziente che intenda evocare in giudizio il medico del cui operato si avvalga la struttura sanitaria grava l'onere di provare:
1) la condotta quantomeno colposa del sanitario;
2) l'insorgenza o l'aggravamento di una patologia;
3) il nesso di causalità tra l'evento sub 2) e l'azione/omissione del medico.
La materia della responsabilità odontoiatrica è particolarmente complicata; per ottenere il giusto risarcimento del danno, è necessario rivolgersi a uno Studio Legale specializzato nella materia e che collabora con i migliori Odontologi Forensi italiani, quale è lo Studio dell'Avvocato ANDREA COVA.
L'Odontologo forense è un odontoiatra (medico chirurgo specializzato in Odontostomatologia o laureato in Odontoiatria e Protesi Dentaria) con specifica competenza in ambito medico-legale odontoiatrico, che si occupa della valutazione del danno conseguente a malpractice (errori medici eseguiti da odontoiatri o abusivi) e traumi, siano essi della strada, sul lavoro, accidentali o lesioni personali conseguenti ad aggressioni. Si diventa Odontologo forense dopo il conseguimento di Master in Odontologia Forense di 2° livello.
Se Tu o un Tuo parente ritenete di avere subito un danno a causa di un intervento odontoiatrico, contattatemi per una consulenza compilando il modulo a fianco, raccontando cosa Ti è accaduto e descrivendo le tue perplessità in proposito.
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