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Gravidanza extrauterina o Ectopica

La gravidanza extrauterina, come indica lo stesso termine, si verifica quando la gravidanza non si sviluppa nell’utero, come dovrebbe avvenire normalmente, ma l’ovocita fecondato si ferma nella tuba o, in casi più rari, nelle ovaie o nella cavità addominale.

Di norma, l’ovulo viene fecondato nella tuba di Falloppio e, successivamente, si impianta nella cavità uterina. Tuttavia, se la tuba è ristretta o bloccata, l’ovulo fecondato potrebbe non raggiungere mai l’utero e, quindi, a volte si impianta in tessuti esterni con conseguente gravidanza ectopica. La sede più frequente della gravidanza ectopica è la tuba (gravidanza tubarica), ma sono possibili anche altre sedi. 

In tali situazioni il feto a volte sopravvive per diverse settimane, ma poiché i tessuti esterni all’utero non sono in grado di fornire l’apporto di sangue e sostanze nutritive necessari, alla fine il feto non sopravvive. 

Solitamente la struttura che lo contiene si rompe dopo circa 6-16 settimane, molto prima che il feto sia in grado di vivere in modo autosufficiente. La rottura di una gravidanza ectopica può provocare un grave sanguinamento e perfino mettere a repentaglio la vita della donna. 

Più si protrae la gravidanza, peggiore è la perdita di sangue e maggiore è il rischio di morte. Tuttavia, se una gravidanza ectopica viene trattata prima che si rompa, la donna raramente muore. 

Si tratta di un evento che si verifica statisticamente in una percentuale di casi che oscilla fra l’1% e il 2% con un rischio proporzionalmente maggiore determinato dall’avanzare dell’età, ma è causa di una mortalità materna elevata.

Spesso l’embrione non riesce ad arrivare alla cavità uterina a causa delle alterazioni del diametro e della parte interna della tuba che ne impediscono il passaggio.  

La gravidanza extrauterina è, come detto, destinata ad interrompersi nelle prime settimane di attesa, normalmente mediante un aborto spontaneo. Generalmente, un episodio simile non compromette future gestazioni, ma qualora l’evento abbia determinato la necessità di un intervento chirurgico alla tuba, incidendo sulla fertilità, la soluzione più opportuna per coronare il proprio sogno di genitorialità è quello di optare per la fecondazione assistita.

Risulta essenziale che la diagnosi, oltre che corretta, sia tempestiva.

La responsabilità del sanitario e, quindi, dell’Ospedale, può derivare quindi dal mancato riconoscimento precoce della problematica e dall’incapacità di gestirla correttamente, eseguendo terapie sbagliate, tardive, inefficaci o, in ogni caso, non tempestive.

Un errore del sanitarioa nella mancata o ritardata diagnosi potrebbe portare nei casi più gravi, al decesso della madre. In questo caso anche i familiari del paziente vittima di malasanità, potrebbero avere diritto al risarcimento e cioè il marito (convivente more uxorio o il partner convivente), i genitori, il figlio o la figlia, i fratelli o le sorelle e gli eredi. 

Il medico legale, coadiuvato da un medico specialista e affiancato dal legale, può capire se vi siano stati errori nella diagnosi, nell’esecuzione del trattamento sanitario o nello svolgimento della terapia e verificare se vi sia responsabilità del medico o dell’Ospedale. Essenziale in questa fase sarà lo studio della documentazione medica, tra cui cartella clinica, esami e consenso informato che dovranno essere richiesti alla struttura.

Le cause della gravidanza extrauterina

Le cause che determinano una gravidanza extrauterina sono spesso eterogenee, complesse e variabili e in molti casi appare decisamente difficoltoso risalire all’identificazione di un singolo elemento scatenante. Un indicatore adeguato, da questo punto di vista, può essere rappresentato dai sintomi iniziali.

Il sospetto di gravidanza ectopica sorge nel momento in cui la donna in età fertile presenta dolori al basso ventre o sanguinamenti vaginali tali da far perdere i sensi o provocare un collasso. A tali donne viene effettuato un test di gravidanza. 

Se il risultato del test è positivo o, raramente, se il test è negativo, ma i sintomi suggeriscono comunque una gravidanza ectopica, si deve eseguire un’ecografia mediante una sonda manuale inserita in vagina (chiamata ecografia transvaginale). Se l’ecografia mostra la localizzazione del feto in una sede diversa dall’utero, la diagnosi viene confermata. Se dall’ecografia non risulta alcun feto in alcuna posizione, è ancora possibile che vi sia un gravidanza ectopica o normale, ma a uno stadio troppo precoce per riuscire a visualizzarla.

Si eseguono esami del sangue per misurare i livelli di un ormone prodotto dalla placenta all’inizio della gravidanza, chiamato gonadotropina corionica umana (hCG). Questo test consente ai medici di definire se lo stadio della gravidanza è troppo precoce perché sia visibile nell’utero oppure se si tratta di gravidanza ectopica. 

Per confermare la diagnosi, i medici possono usare una sonda a fibre ottiche, chiamata laparoscopio, inserita attraverso una piccola incisione subito sotto dell’ombelico, per osservare in maniera diretta la gravidanza ectopica. 

I fattori di rischio principali sono:

- gravidanza extrauterina in una precedente gestazione;

- malattia infiammatoria pelvica;

- positività per malattie sessualmente trasmesse;

- pregressa chirurgia all’utero e annessi uterini;

- concepimento avvenuto tramite tecniche di procreazione medicalmente assistita;

- concepimento avvenuto durante l’utilizzo di un dispositivo intrauterino;

- abitudine al fumo;

- età superiore a 40 anni.

Anche le alterazioni dei normali livelli ormonali possono avere un’incidenza su un simile evento. In particolare, un eccesso di estrogeni o di progesterone può avere l’effetto di incidere sul passaggio dell’embrione dalla tuba all’utero. In questa ipotesi, infatti, l’interferenza ormonale può compromettere la capacità della tuba di spingere l’embrione o può determinare una modifica del tempo di maturazione dello stesso embrione.

I sintomi iniziali

Se in alcuni casi possono verificarsi dei sintomi iniziali che rappresentano un “campanello d’allarme” per una gravidanza extrauterina, in altre ipotesi – seppur meno frequenti – questo evento può presentarsi in maniera asintomatica e può essere scoperta in occasione di controlli di routine. 

Il primo sintomo che può emergere consiste nell’assenza di ciclo mestruale. In generale fra i sintomi iniziali più frequenti rientrano i dolori addominali e le perdite ematiche. I primi possono interessare l’area del basso ventre e avere un progressivo, manifestandosi inizialmente come lievi per poi aumentare di intensità. Questi dolori sono collegati alla dilatazione della tuba sulla quale si impianta l’embrione. Allo stesso modo anche le perdite ematiche, che possono erroneamente essere confuse con mestruazioni, possono inizialmente essere di lieve entità per poi aumentare con il decorso del tempo. La gravidanza extrauterina può anche manifestarsi attraverso un dolore alle spalle oppure mediante crampi o una sensibilità accentuata su un lato del bacino. Si tratta di sintomi che, nella maggior parte dei casi, possono manifestarsi anche in una gravidanza normale, per questa ragione è sempre consigliabile rivolgersi a un ginecologo.

La diagnosi

La gravidanza extrauterina può essere scoperta tramite una visita ginecologica con un’ecografia transvaginale. Questo esame è generalmente accompagnato anche da un esame del sangue finalizzato a valutare livelli di beta-HCG. La tempestività della diagnosi è un elemento determinante, perché può consentire di evitare ulteriori complicazioni. Infatti, la tardività nella scoperta può avere come conseguenza la rottura della tuba e rendere necessario un intervento chirurgico. Occorre, però, precisare che spesso da un primo esame ecografico non è possibile evidenziare con certezza una gravidanza extrauterina. In questi casi si parla di “gravidanza a localizzazione sconosciuta”, una circostanza generalmente determinata dalla presenza di una camera gestazionale di ridotte dimensioni.

I possibili interventi

Una gravidanza extrauterina, generalmente, è destinata ad interrompersi spontaneamente nel corso delle prime settimane. Nella maggior parte dei casi (circa il 70%) si verifica un aborto spontaneo nel primo mese. Dal punto di vista medico, nell’ipotesi di un impianto di questo tipo, si segue una procedura a tre fasi. La prima fase “di attesa” è finalizzata a valutare, attraverso controlli clinici quasi, se la gravidanza extrauterina possa interrompersi spontaneamente.

Il trattamento farmacologico

Qualora quest’ipotesi non si verifichi e la gravidanza sia ancora in una fase iniziale, si passa al trattamento medico attraverso la somministrazione di un farmaco, il metotrexate, che ha la funzione di bloccare la replicazione cellulare. Questa terapia è considerata efficace anche per preservare le caratteristiche dell’utero in vista di future gravidanze.

Infatti,  gravidanza ectopica deve essere interrotta il prima possibile per salvare la vita della donna.

La terapia chirurgica

Nel caso in cui la gravidanza extrauterina sia ad uno stadio avanzato, o qualora l’approccio farmacologico si riveli inefficace, è necessario procedere a un intervento chirurgico. Nella maggior parte dei casi si tratta di un’operazione non invasiva effettuata in laparoscopia con piccole incisioni. 

Durante l’intervento chirurgico vengono asportati feto e placenta e solo la parte di tuba di Falloppio che non può essere riparata. Questo approccio aumenta la probabilità che la riparazione della tuba di Falloppio consenta alla donna di iniziare una gravidanza. Tuttavia, talvolta la riparazione non è possibile. 

In alcuni rari casi, l’utero è danneggiato a tal punto che si rende necessaria l’isterectomia. 

In caso di gravidanze ectopiche piccole che non si sono rotte, invece del trattamento chirurgico si possono usare una o più dosi di metotressato, somministrato mediante iniezione. Il farmaco provoca riduzione e successiva scomparsa della gravidanza ectopica. I medici eseguono esami del sangue per misurare i livelli di hCG ogni settimana per stabilire se il trattamento con metotressato abbia avuto successo. Talvolta, quando il metotressato non viene utilizzato o non ha successo, è necessario un intervento chirurgico. 

La diagnosi precoce tempestiva, comunque, consente di ridurre le probabilità di un intervento chirurgico.

Le conseguenze sulla fertilità

Se una gravidanza extrauterina si interrompe spontaneamente, senza alcun danneggiamento della tuba, generalmente sono esclusi futuri problemi di fertilità. Tuttavia, come già precisato, il rischio relativo a un tale evento è di circa 7-9 volte maggiore nelle donne che lo hanno già sostenuto. La fertilità può risultare compromessa nei casi in cui la donna abbia una sola tuba e sia necessario procedere chirurgicamente alla sua asportazione. In quest’ultima ipotesi e qualora la paziente abbia già subito più di una gravidanza extrauterina è consigliabile far ricorso alla fecondazione in vitro.

Risarcimento danni

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