Avvocato Andrea Cova
Assistenza in tutta Italia per i danni ginecologici e da parto
A causa delle loro conseguenze e complicazioni devastanti, è fondamentale
che le infezioni urogenitali della gestante siano correttamente curate
Durante la gravidanza gli ormoni causano cambiamenti che rendono le donne più suscettibili a contrarre infezioni.
Un’infezione delle vie urinarie (UTI, da "urinary tract infection") può colpire i reni, l’uretere (un condotto che collega i reni alla vescica urinaria), la vescica e l’uretra (condotto che unisce il collo della vescica urinaria con l’esterno). L’infezione può colpire sia le basse vie urinarie (vescica) sia le vie urinarie superiori (pielonefrite, ovvero una infezione del rene).
Se un’infezione alla vescica
non viene curata, l’infezione si può estendere ai reni. Le donne incinta hanno
un rischio maggiore di contrarre infezioni delle vie urinarie dalla sesta
settimana di gravidanza alla 24ma.
La vaginosi
batterica è un’infezione della vagina causata da un
batterio. La causa della vaginosi batterica sembra essere dovuta ad
un’alterazione dell’equilibrio della microflora vaginale ed è l’infezione
vaginale più comune nelle donne in età fertile.
Approssimativamente 1 donna su 5 contrae questo tipo di infezione durante la gravidanza ed esse devono necessariamente essere curate. La vaginosi batterica e le infezioni delle vie urinarie sono associate ad un rischio maggiore di rottura prematura delle membrane (delle acque), parto prematuro (che può portare a lesioni al cervello come la tetraparesi spastica ed altri tipi di paralisi cerebrale).
Alcuni studi scientifici
hanno dimostrato la connessione fra la vaginosi batterica e aborti spontanei
del secondo trimestre. Spesso un’infezione delle vie urinarie non presenta
sintomi.
Molti specialisti eseguono lo screening per
questo tipo di infezioni in particolare su donne che hanno avuto uno o più
parti pretermine. Tuttavia, a causa della possibilità di sviluppare
complicazioni gravi, è diventata una pratica standard per i medici l’eseguire
tale screening su tutte le donne in gravidanza, nonostante la ricerca non abbia
dimostrato alcun beneficio connesso con tale pratica.
Cause di infezioni urogenitali della gestante
Infezioni delle vie urinarie
Le infezioni delle vie urinarie sono molto comuni durante la gravidanza a causa
di cambiamenti che si verificano nel tratto urinario. L’utero è collocato
direttamente sopra la vescica. Dal momento che l’utero si ingrandisce durante
la gravidanza, l’aumento di peso può bloccare il drenaggio di urina dalla
vescica causando un’infezione. L’escherichia coli è la causa dell’80%-85%
delle infezioni delle vie urinarie e lo stafilococco ne causa il 5%-10%. Le
infezioni da stafilococco in
genere si verificano in conseguenza di infezioni del sangue. Lo streptococco del gruppo B è
la causa del 5% delle infezioni. In casi rari le infezioni delle vie urinarie
sono causate da un virus o da un fungo. In genere sono i batteri che causano le
infezioni delle vie urinarie entrando nella vescica tramite l’uretra, tuttavia
l’infezione si può anche diffondere tramite il sangue e le vie linfatiche. I
batteri possono passare dall’intestino all’uretra e le donne sono più a rischio
rispetto agli uomini a causa della loro anatomia. Dopo essere entrati nella
vescica, l’escherichia coli si attacca alle pareti della vescica formando una
pellicola che lo protegge dai responsi immunitari del corpo.
I batteri si diffondono nelle vie urinarie nei seguenti modi:
- Rapporti sessuali
- Cateteri
- Feci che entrano nella vagina
- Blocco parziale delle vie urinarie (dovuto, per esempio, a un utero ingrandito)
Vaginosa batterica
In genere la vagina contiene
microorganismi, inclusi i Lactobacilli che aiutano a prevenire altri
microorganismi, che provocano sintomi, dal moltiplicarsi.
I microrganismi coinvolti nella vaginosi batterica sono vari, e un cambiamento
nella normale flora batterica, compresa la riduzione dei Lattobacilli, permette
ai batteri più resistenti di prevalere e moltiplicarsi.
L’assunzione di antibiotici o uno sbalzo al pH della vagina possono provocare
una riduzione dei lactobacilli. Le irrigazioni vaginali sono una delle cause
maggiori di vaginosi batterica.
Fattori di rischio di infezioni delle vie urinarie e vaginosi batterica
Infezioni delle vie urinarie:
- Infezione della vescica
- Diabete
- Cateterismo urinario
- Uso di spermicidi
- Attività sessuale (soprattutto nelle donne giovani)
- Predisposizione familiare
Vaginosi batterica:
- Irrigazioni vaginali
- Partner sessuali nuovi o multipli
- Predisposizione alle vaginosi batterica
Segni e sintomi di infezioni delle vie urinarie e vaginosi batterica
Infezioni delle vie urinarie:
I sintomi più comuni sono il bruciore durante la minzione e la necessità di
urinare frequentemente (pollachiuria), in assenza di perdite vaginali e di
dolori. Questi sintomi possono variare da moderati a severi, e, in donne
precedentemente in buona salute, durano in media 6-7 giorni. Talvolta si
avvertono dolori al di sopra dell’osso pubico o nella regione lombare. Le donne
che hanno la pielonefrite (infezione ai reni), potrebbero avvertire dolore al
fianco, febbre, nausea e vomito, oltre ai classici sintomi di una infezione
delle vie urinarie inferiori. In alcuni casi rari può apparire sangue
nell’urina, o quest’ultima può avere un aspetto visibilmente torbido, con
evidente presenza di pus (in questo caso si verifica la condizione nota con il
termine di piuria).
I sintomi delle infezioni delle vie urinarie includono:
- Dolore o bruciore durante la minzione
- Necessità di urinare frequentemente
- Tracce di sangue o muco nelle urine
- Crampi o dolori nell’addome
- Dolori durante il rapporto sessuale
- Brividi, febbre o sudorazione
- Incontinenza
- Cambiamenti nella quantità di urina prodotta
- Urina torbida maleodorante
- Dolori, pressione avvertiti nella zona della vescica
- Dolori di schiena, brividi, febbre, nausea e vomito potrebbero verificarsi se il batterio entra nei reni
Vaginosi batterica
I sintomi principali della vaginosi batterica sono costituiti dalle perdite
piuttosto che da bruciore o prurito nella zona interessata.
I sintomi della vaginosi batterica includono:
- Perdite lattiginose maleodoranti
- Lieve prurito
Diagnosi di infezioni delle vie urinarie e vaginosi batterica
Infezioni delle vie urinarie:
L’urinocoltura con antibiogramma può rivelare la presenza di un’infezione delle
vie urinarie durante il corso della gravidanza. Molte autorità mediche
consigliano l’orinocoltura alla prima visita neonatale, ripetuta durante il
terzo trimestre. L’orinocoltura con antibiogramma viene preferita ad altri
esami di laboratorio perchè permette la valutazione del profilo di sensibilità
batterica, in vitro, a diversi tipi di antibiotici.
Vaginosi batteriva
Per la diagnosi della vaginosi batterica è necessaria la presenza di 3 fra
questi 4 fattori:
- Perdite lattiginose omogenee
- Presenza verificata tramite osservazione microscopica, previa colorazione di Gram, di coccobacilli su “clue cells”, ovvero cellule epiteliali vaginali dall’aspetto puntinato perché ricoperte di batteri
- Secrezioni con pH sopra il 4,5
- Test con idrossido di potassio: se una piccola quantità di soluzione al 10% di idrossido di potassio viene aggiunto ad un campione delle perdite, si sprigiona un odore caratteristico. Il test è sempre meno utilizzato in quanto l’idrossido di potassio è caustico e può danneggiare le mucose vaginali.
Alcune autorità mediche consigliano lo screening per vaginosi batterica durante la prima visita neonatale alle donne che hanno già avuto un parto prematuro, seguito da un esame di controllo dopo un mese.
Trattamento delle infezioni delle vie urinarie e della vaginiosa batterica
Infezioni
delle vie urinarie:
Le infezioni delle vie urinarie possono essere curate tranquillamente durante
la gravidanza con antibiotici. I medici di solito prescrivono un corso di
antibiotici che siano sicuri per la mamma e il bambino della durata di 3-10
giorni. La scelta dell’antibiotico si fa in base alla presenza del
microrganismo più comune (per esempio, microrganismi gastrointestinali
gram-negativi). Storicamente, l’ampicillina è stato il farmaco di scelta. Tuttavia
in anni recenti, l’escherichia
coli è diventato sempre più resistente
all’ampicillina e ad altri antibiotici. Pertanto è assolutamente necessario
eseguire un’urinocoltura
con antibiogramma per stabilire quale antibiotico sia più
efficace. Le infezioni delle vie urinarie hanno un alto tasso di ricorrenza
nelle donne incinta, pertanto un monitoraggio attento e urinocolture frequenti
successive alla diagnosi e terapia iniziale sono necessari. E’ anche essenziale cambiare l’antibiotico se
il batterio si rivela resistente a quello somministrato.
In alcuni casi potrebbe
essere necessaria la somministrazione di un corso di antibiotici per endovena e
se i sintomi non migliorano potrebbero essere necessari ulteriori test
diagnostici.
Alcuni antibiotici di uso comune come il fluorochinolone e la tetraciclina non
dovrebbero essere somministrati durante la gravidanza a causa degli effetti tossici sul feto,
tuttavia, nei casi in cui i batteri si rivelano resistenti ad altri
antibiotici, potrebbe essere necessaria la somministrazione di fluorochinolone.
Le donne in gravidanza che
non presentano sintomi di infezione (asintomatiche) devono essere curate per le
eventuali complicazioni che potrebbero verificarsi. Tramite lo screening e la somministrazione
della terapia per donne infette asintomatiche è possibile
ridurre sia l’incidenza di infezioni ai reni durante la gravidanza che quella
di parti prematuri e neonati sottopeso.
Un’infezione ai reni è un’infezione grave che può causare setticemia e parto
prematuro. Una terapia tempestiva e aggressiva è fondamentale per ridurre le
complicazioni. Il ricovero in ospedale è indicato per donne che presentano
sintomi di setticemia, che vomitano o non riescono a idratarsi o che hanno
contrazioni.
La terapia con cefalexina orale o celafotina per endovena ha dimostrato un alto tasso di guarigione senza effetti sul feto e pertanto può essere somministrata prima del risultato dell’urinocoltura. Anche altri antibiotici possono essere somministrati come la cefazolina, la gentamicina e ampicillina per endovena o il ceftriaxone per via intramuscolare. La terapia di un’infezione ai reni deve essere proseguita finché la donna presenta febbre. Molte donne rispondono positivamente a una terapia antibiotica e di re-idratazione entro le 24-48 ore. La causa più comune della mancata efficafia della terapia è dovuta alla resistenza del batterio all’antibiotico. Se la febbre persiste o altri sintomi continuano ad essere presenti si deve prendere in considerazione la possibilità di anomalie a livello strutturale e anatomico. Un’infezione persistente infatti potrebbe essere causata dall’urolitiasi (calcoli), anomalie congenite dei reni o ascesso ai reni.
Vaginosi
batterica:
Antibiotici come il Metronidazolo
o la Clindamicina sono efficaci nella terapia delle donne
incinta con vaginosi batterica. Tuttavia c’e’ un alto tasso di ricorrenza
dell’infezione dovuta alla resistenza al Metronidazolo. In casi di vaginosi
batterica ricorrente la terapia con clindamicina ha un’efficacia migliore e la
crema vaginale va usata solo durante le prime 20 settimane di gravidanza.
Conseguenze delle infezioni delle vie urinarie e della vaginosi batterica non trattate
Infezioni delle vie urinarie:
- Ritardo di crescita intrauterina
- Neonato sottopeso alla nascita
- Rottura prematura delle membrane
- Parto prematuro
- Paralisi cerebrale infantile
- Preeclampsia
- Amnionite
- Anemia
- Morte del feto
Vaginosi batterica:
- Malattia infiammatoria pelvica
- Rottura prematura delle membrane
- Parto prematuro
- Paralisi cerebrale infantile
- Neonato sottopeso alla nascita
- Morte del feto
A causa delle loro conseguenze e complicazioni devastanti è fondamentale che le infezioni delle vie urinarie e la vaginosi batterica vengano correttamente curate in tutte le donne incinta. Tutte le donne in attesa devono essere monitorate e devono essere effettuati gli esami di laboratorio necessari. Alcuni specialisti, come detto sopra, effettuano lo screening per vaginosi batteriche in tutte le donne che hanno avuto parti prematuri.
Malasanità nei casi di infezioni delle vie urinarie e vaginosi batterica
Quando la gestante non viene sottoposta ad esami volti ad evidenziare la presenza di infezioni delle vie urinarie o vaginosi batterica e le linee guida relative alla cura di queste infezioni non vengono seguite, si configura un’ipotesi di negligenza medica. Se tale negligenza causa lesioni alla madre o al bambino, i responsabili saranno tenuti a risarciregli il relativo danno. Qui sotto sono elencati i casi che potrebbero essere considerati ipotesi di negligenza:
- Mancato screening della donna incinta relativamente ad infezioni delle vie urinarie
- Mancato screening della donna che presenta i sintomi di vaginosi batterica
- Mancata esecuzione di antibiogramma per stabilire la resistenza dei batteri delle infezioni delle vie urinarie all’antibiotico
- Mancato esame di laboratorio post-terapia per stabilire l’efficacia delle terapie somministrate
- Negligenza nell’usare antibiotici adeguati alle infezioni
- Utilizzo di antibiotici
dannosi per la madre o per il feto
Risarcimento danni
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