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Vasa previa

Errore medico e risarcimento danni - Avvocato malasanità

 I vasa previa si verificano quando le membrane che contengono i vasi del sangue fetale che collegano il cordone ombelicale e la placenta si sovrappongono o si trovano entro 2 cm dell'orifizio cervicale interno.

I vasa previa si possono verificare da soli o con anomalie della placenta, come per esempio un'inserzione velamentosa del cordone. Nell'inserzione velamentosa del cordone, i vasi del cordone ombelicale attraversano parte della membrana corionica anziché dirigersi direttamente nella placenta. Così, i vasi sanguigni non sono protetti dalla gelatina di Wharton all'interno del cordone, rendendo più probabile che si verifichi l'emorragia fetale quando vi è la rottura delle membrane fetali.

La prevalenza è di circa 1/2500 su 5000 parti. Il tasso di mortalità fetale può avvicinarsi al 60% se i vasa previa non vengono diagnosticati prima della nascita.

Sintomatologia dei vasa previa

La presentazione classica dei vasa previa è un sanguinamento vaginale indolore, la rottura delle membrane e la bradicardia fetale.

Diagnosi dei vasa previa

La diagnosi di vasa previa deve essere sospettata basandosi sulla presentazione o sui risultati dell'ecografia prenatale di routine. Alla presentazione, il modello di frequenza cardiaca fetale, comunemente sinusoidale, di solito è alterato. La diagnosi è tipicamente confermata dall'ecografia transvaginale. I vasi fetali possono essere visualizzati come se le membrane passassero direttamente sopra o vicino l'orifizio uterino interno. Il color Doppler per lo studio del flusso può essere utilizzato come adiuvante.

I vasa previa devono essere distinti dalla presentazione funicolare (prolasso con il cordone ombelicale tra la parte presentata e l'orifizio uterino interno), in cui i vasi del sangue fetale avvolti dalla gelatina di Wharton possono essere visti come se coprissero il collo dell'utero. Nella presentazione funicolare, a differenza dei vasa previa, il cordone ombelicale si allontana dalla cervice durante la valutazione ecografica; nei vasa previa, il cordone è fisso sul posto.

La responsabilità del ginecologo o dell’ostetrica e, quindi, dell’Ospedale, potrebbe derivare dal mancato riconoscimento precoce della problematica o dall’incapacità di gestirla, eseguendo terapie sbagliate, tardive, inefficaci o, comunque, non tempestive.

Un errore del ginecologo o dell’ostetrica nella mancata o ritardata diagnosi potrebbe portare nei casi più gravi, al decesso della madre o del bambino.

In questo caso anche i familiari del paziente vittima di malasanità, potrebbero avere diritto al risarcimento e cioè il marito (convivente more uxorio o il partner convivente), i genitori, il figlio o la figlia, i fratelli o le sorelle e gli eredi.

Il medico legale, coadiuvato da un medico specialista e affiancato dal legale, può capire se vi siano stati errori nella diagnosi, nell’esecuzione del trattamento sanitario o nello svolgimento della terapia e verificare se vi sia responsabilità del medico o dell’Ospedale.

Essenziale in questa fase sarà lo studio della documentazione medica, tra cui cartella clinica, esami e consenso informato che dovranno essere richiesti alla struttura.

Trattamento dei vasa previa

La gestione prenatale di vasa previa è controversa, anche perché sono carenti gli studi clinici randomizzati. Nella maggior parte dei centri, il non stress test viene effettuato 2 volte/settimana iniziando dalla 28a fino alla 30a settimana. Lo scopo è quello di rilevare la compressione del cordone ombelicale. Spesso si offre l'ammissione in ospedale per il monitoraggio continuo o per il non stress test da ogni 6-8 h a circa 30-32 settimane.

Vengono utilizzati i corticosteroidi per accelerare la maturità polmonare fetale.

Il parto cesareo d'emergenza di solito è indicato se si verifica qualsiasi delle seguenti situazioni:

- Si verifica la rottura prematura delle membrane.

- Il sanguinamento vaginale continua.

- Lo stato fetale non è rassicurante

Se non è presente nessuno di questi problemi e non si è verificato il travaglio, i medici possono offrire di programmare il parto cesareo. È stato suggerito un parto cesareo tra 34 e 37 settimane, ma i tempi del parto sono controversi; alcune evidenze favoriscono il parto da 34 a 35 settimane.

Responsabilità Sanitaria

La responsabilità del ginecologo o dell’ostetrica e, quindi, dell’Ospedale, potrebbe derivare dal mancato riconoscimento precoce del futuro aborto o dall’incapacità di gestirlo, eseguendo terapie sbagliate, tardive, inefficaci o, comunque, non tempestive.

Un errore del ginecologo o dell’ostetrica nella mancata o ritardata diagnosi potrebbe portare nei casi più gravi, al decesso della madre o del bambino.

In questo caso anche i familiari del paziente vittima di malasanità, potrebbero avere diritto al risarcimento e cioè il marito (convivente more uxorio o il partner convivente), i genitori, il figlio o la figlia, i fratelli o le sorelle e gli eredi.

Il medico legale, coadiuvato da un medico specialista e affiancato dal legale, può capire se vi siano stati errori nella diagnosi, nell’esecuzione del trattamento sanitario o nello svolgimento della terapia e verificare se vi sia responsabilità del medico o dell’Ospedale.

Essenziale in questa fase sarà lo studio della documentazione medica, tra cui cartella clinica, esami e consenso informato che dovranno essere richiesti alla struttura.

Trattamento della natimortalità

Lo svuotamento uterino si può verificare spontaneamente. In caso contrario, lo svuotamento deve essere fatto utilizzando farmaci (p. es., ossitocina) o una procedura chirurgica (p. es., la dilatazione e lo svuotamento [D & E], preceduti da dilatatori osmotici pre abortivi per preparare la cervice, con o senza misoprostolo), a seconda dell'età gestazionale.

Dopo l'espulsione dei prodotti del concepimento può essere necessario un curettage per rimuovere ogni frammento placentare ritenuto. I frammenti hanno un numero maggiore di probabilità di rimanere quando la natimortalità avviene in un periodo molto iniziale della gravidanza.

Se si sviluppa una coagulazione intravascolare disseminata, la coagulopatia deve essere gestita prontamente e in modo aggressivo, sostituendo il sangue o i prodotti del sangue, secondo necessità.

Il trattamento nel post partum è simile a quello per il parto di un nato vivo.

I genitori generalmente si sentono estremamente afflitti e richiedono un supporto emozionale e talvolta richiedono una consulenza psicologica formale. Con le pazienti devono essere discussi i rischi, che sono relativi alle cause presunte, per le future gravidanze.

Risarcimento danni

Lo Studio Legale COVA è specializzato in risarcimento danni da errore medico e responsabilità sanitaria e segue regolarmente casi in tutta Italia.

Gli avvocati dello Studio Legale COVA assistono in tutta Italia chi è stato vittima di malasanità e i loro familiari, consentendogli di ottenere il giusto risarcimento.

Se Tu o un Tuo familiare pensate di avere subito gravi danni per colpa di un errore medico in ginecologia, contattateci; Vi aiuteremo a capire:

- se c’è stata responsabilità da parte del medico o dell’Ospedale;

- se il danno era evitabile e

- se avete diritto a un risarcimento danni.

Con lo Studio Legale COVA avrai un gruppo di professionisti a Tua disposizione senza doverne anticipare il compenso: Avvocato, Medico Legale e Medico Specialista.

Valuteremo il Tuo caso e Ti seguiremo fino al risarcimento del danno, senza che, per i decessi e le grandi invalidità, Tu debba anticipare il compenso per l’Avvocato, il medico legale e il medico specialista.  


Se Tu o un Tuo familiare ritenete di essere vittima di un danno ginecologico o da parto, contattate lo Studio Legale COVA per sapere se avete diritto a un risarcimento dei danni che avete subito compilando il modulo a fianco, raccontando cosa è accaduto e descrivendo le Vostre perplessità in proposito.

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Lo Studio Legale COVA è specializzato in risarcimento danni da errore medico e da responsabilità sanitaria e Vi assiste in tutta Italia.


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